Vancouver e il centro cittadino

Pubblicatoil Set 11, 2012

Da poche ore sono arrivato a Vancouver con un viaggio KLM via Amsterdam, compagnia che ancora una volta si è rivelata tra le migliori per viaggiare, sia per l’aereo che per tempistiche e mangiare (sempre di bassa qualità, s’intende) a bordo.

Detto questo, causa partenza alle sei del mattino e la necessità di assorbire il fuso immediatamente, ho raggiunto quasi 48 ore di fila sveglio, e subito dopo aver messo piede in albergo ne ho approfitatto insieme a Fabio per tirare avanti fino alla sera girando in lungo e largo il centro della città.

Fare un confronto con Los Angeles sarebbe l’ennesimo sparare sulla croce rossa, ma è incredibile come basta poco per rendere una “Downtown” molto più godibile.
La città canadese ci riesce in pieno con strade meno dispersive, negozi che si incastonano alla perfezione nell’architettura dei palazzi, tanta gente per strada e locali per mangiare, fino ad arrivare ad un porto bellissimo, pieno di buoni profumi e con una vista di primissimo piano. Nel momento in cui eravamo al porto abbiamo incrociato tra le altre cose la nave da crociera di Disney, davvero imponente, in generale Vancouver come impatto mi è piaciuta non poco, pullula di persone di tutti i tipi e soprattutto asiatici che evidentemente vedono nel Canada una versione migliore degli Stati Uniti (che a loro volta li prendono in giro per essere troppo “mollaccioni”) e sembra essere davvero una città a misura d’uomo, assolutamente da approfondire anche se per me non sarà possibile visto che adesso comincia la due giorni di FIFA.

Tutti questi viaggi spostano l’asticella della consapevolezza sempre più in alto; quelli per vacanza o dove riesco a vedere il grosso mi fanno ricordare quanto sono fortunato e quanto sia bello scoprire nuove cose, quelli a tema principalmente lavorativo dove scalfisco invece solo la superficie di posti straordinari (Brasile, lo stesso Canada, l’Islanda in parte) mi fanno salire un magone sempre maggiore legato al fatto che parte della nostra vita dovrebbe sempre essere destinata alla scoperta di cose, luoghi e persone, altrimenti si muore.