Oggi Multiplayer.it compie 25 anni: un pensiero profondo da ex

Pubblicatoil Feb 8, 2024

Oggi Multiplayer.it compie 25 anni.

Per oltre sedici ha accompagnato la mia vita lavorativa e personale, è stato un padre e un figlio allo stesso tempo, il crocevia della mia crescita professionale più importante dopo gli studi e le prime esperienze lavorative.

La passione per i videogiochi era ovviamente precedente e alimentata in seguito dalle riviste cartacee che spulciavo avidamente a più riprese.
Alcune mi hanno fatto scattare quella voglia di “provarci” mentre studiavo ancora: 1998, Alternative-Reality.com faceva capolino sulla rete e incontrava i miei gusti di lettore; un bel giorno, forte delle mie conoscenze informatiche, contattai il grafico del sito (non farò nomi di nessuno, oggi, perché superflui in questo racconto: sarebbero davvero tante le persone da citare) per suggerirgli alcune modifiche funzionali. Per farmi “ripagare”, chiesi un articolo di prova.
Alternative Reality rappresenta un ricordo primordiale che ha permesso di allargare gli iniziali orizzonti culturali, partecipare alle prime fiere italiane come gli Expocartoon (avevo fatto fare le magliette personalizzate AR, un “pattern” che si ripeterà a più riprese), andare a Londra nel 2000 per l‘ECTS e infine cominciare nel 2001 la spirale della fiera videoludica più importante (non più 🥲) al mondo, l’E3 di Los Angeles; la sera prima, inutile dirlo, non sono riuscito a dormire per l’emozione.
Ricordo anche di quando in mailing list si parlava di fare la nostra prima rivista cartacea, la nascita della famosa sezione Console War, i primi raduni e l’incontro con persone che nel corso del tempo sono diventate cari amici.

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A fine 2002, poi, c’è stata la svolta e la fusione con Multiplayer.it, che aveva bisogno di una decisa rivoluzione soprattutto per la parte dedicata alle console con la sua costola Joypad: da quel momento sono diventato tra i caporedattori del sito assieme ai colleghi di AR.
I viaggi per fiere e press tour si sono intensificati, ho capito realmente che quella passione potesse diventare un lavoro vero, ben renumerato e col sottofondo di viaggi e videogiochi, una roba incredibile. Nel 2007 ho venuto le quote della mia prima srl (informatica, accademia Cisco System) e scrivere di videogiochi è diventato il mio unico lavoro trasferendomi a Terni, la città dell’editore.

Tornando un attimo indietro nel tempo, nel 2003 ho coronato il sogno di visitare il Giappone per la prima volta, con un aneddoto piuttosto divertente: arrivati la sera facciamo un giro veloce direttamente a Shibuya nei dintorni del suo incrocio iconico; ebbene, si avvicina una persona che farfuglia qualcosa con un biglietto scritto in giapponese; ad un certo punto lo gira e c’è scritto “Blowjob”.

Di aneddoti simili ce ne sono una quantità enorme, immaginate vivere per così tanto tempo in simbiosi con un lavoro così figo, che mi permetteva di giocare ancora di più e di superare quella parte “nerd” da semplice consumatore, poiché c’erano i video, la gestione dei pezzi, i costanti viaggi all’estero: diventare ambasciatore assieme ai propri colleghi di questo mondo era una cosa decisamente eccitante.

Proprio il rapporto diretto con i lettori è stata un aspetto su cui ho battuto costantemente, il vero motore alla base del nostro lavoro: quante fiere vissute in Italia in mezzo a persone che condividevano la stessa passione, quante amicizie nate anche all’estero…insomma, una pila enorme di momenti da ricordare.

E di certo non dimentico la parte puramente professionale, perché per anni e anni abbiamo spaccato e tracciato o sdoganato la strada per tanti format che vedete ancora oggi, magari in forma diversa: i podcast a cadenza settimanale, le dirette con i nostri server e anche all’estero (circa 2008), le esclusive a profusione, i diari, i reportage, gli editoriali e le rubriche più uniche che rare.

Ho tante cose di cui andare fiero, ne cito solo una manciata:

  • La diretta per le strade strade di Santa Monica con Q&A in Italia
  • L’esclusiva di FIFA dal Canada negli studi di Electronic Arts, dove in diretta traducevo in tempo reale inglese-italiano e viceversa
  • Il Te lo dice Multiplayer.it
  • La Superdiretta e la sua costola XL da cui è nato il Punto Doc
  • Le interviste in più di un’occasione a grandi personaggi del settore: Kojima, Miyamoto, Mikami, Perry, Molyneux, Archer, Miyazaki, Nomura, Yamauchi, Ono e chi più ne ha ne metta,
  • L’intervista a Cristiano Ronaldo quando era al Real Madrid, poi diventata un meme utilizzato più di 100 volte.
  • L’applicazione ufficiale per PlayStation 4, con tanto di rubrica vista da migliaia di persone che non seguivano il sito (l’angolo del Pelé!)

Insomma, avete capito l’antifona…fino al 2017 che, a partire dal dopo Tokyo Game Show di settembre, ha rappresentato il periodo più difficile della mia vita, dal punto di vista psicologico. Non ho mai accettato particolari compromessi col mio modo di essere: la visione differente sulla linea editoriale e il comportamento di alcune persone esacerbava sempre di più la mia consapevolezza di non poter più stare lì; soffrivo troppo la situazione e la sera stavo proprio male in una sorta di combattimento interiore tra quanto vissuto fino a quel momento, quello che avrei perso e quello che andava fatto per il mio bene.

La decisione resa pubblica ad inizio dicembre ha rappresentato per me una caduta rovinosa dal progetto di vita che avevo impostato per ben 16 anni, abbandonando anche le competenze delle materie studiate; una liberazione psicologica dall’altro, canalizzata poi, parlando unicamente di videogiochi, nel progetto Gameplay Café, che nonostante sia nato così tardi ad inizio 2018 è riuscito nel suo piccolo a dare qualche spunto ripreso da vecchie e nuove realtà, anche quelle più recenti inaugurate da colleghi di altre testate.

Un Late Show super inclusivo della concorrenza e dei content creator spesso demonizzati, il “no clickbait” e fuffa, il doppio crowdfunding da 23.000€, le pizzate dal vivo intensificate.

Quasi quattro anni di pura passione strutturata ma già colma di consapevolezza che quella non sarebbe stata più la mia strada principale; la pandemia e soprattutto i suoi postumi hanno fatto il resto nell’accelerare la mia carriera professionale su altri fronti, che poi si sono rivelati fondamentali nel riprendere quel percorso di crescita dal punto di vista economico e di maturità.
Anche perché ho applicato quanto avevo imparato proprio su Multiplayer.it, dal modo di fare a quello di comunicare – anche se un po’ più dietro le quinte con qualche capatina davanti – e senza sacrificare alcuni dei miei “capisaldi” come il Giappone e la passione per i videogiochi.
Perché come sempre gioco come e più di prima, rimanendo guardingo in relazione ad eventuali opportunità; quando ci si rialza da una caduta, però, si diventa molto più maturi su cosa si può fare e cosa non è più necessario.

Grazie per avermi dato così tanto e auguri ancora, Multiplayer.it! E vaffanculo anche, sarai per sempre un tatuaggio indelebile sulla mia pelle.