Giappone, quinto e sesto giorno: Monte Fuji & Hakone

Pubblicatoil Set 17, 2007

Una cosa che avrei voluto fare alla fine non ho fatto, due anni fa nella mia prima vacanza extra lavoro a Tokyo, era visitare il Monte Fuji, quest’anno ho preparato tutto a puntino preventivamente, prenotando un tour guidato di due giorni.
La partenza, fissata per le 8 all’Hotel Okura di Shinjuku con un autobus da viaggio, mi ha fatto ricordare come sia snervante viaggiare per Tokyo con questo mezzo di locomozione. L’avevo già notato lo scorso anno quando siamo andati a vedere i videogiochi di Sony nel suo palazzone in centro, è una cosa impossibile muoversi in bus a causa del traffico e della miriade di semafori presenti, molto meglio metro e ferrovia!
Fortunatamente la situazione si è ristabilita una volta usciti dal centro e il viaggio è diventato molto più fluido e piacevole. La nostra guida si chiamava Amy-San (san sta per signore, signora, signorina etc. indistintamente) e non ha smesso di parlare letteralmente un secondo durante le diverse ore complessive di viaggio che c’erano tra le varie tappe. Anche se il desiderio di ammazzarla con il mitra o con un bazooka era molto alto, devo dire che è stata sempre gentilissima e ha spiegato diverse cose sulla città e dintorni, tra le tante mi ha colpito la spiegazione dei treni veloci che collegano le varie città in Giappone, che sono di tre tipi: Kodama (eco in Italiano), che coprono tutte le varie stazioni disponibili; Hikari (luce) solo quelle principali, e infine Nozomi (speranza) dei missili che fanno fermata solo in alcune delle stazioni più importanti. E’ in fase di sperimentazion un treno che va alla stratosferica velocità di 580 Km/h, che potrebbe rivelarsi, costi permettendo, notevolmente più conveniente di un aereo.
La zona del Monte Fuji si trova nella prefettura di Shizuoka e il colpo d’occhio è subito bellissimo (sto diventando ripetitivo…), con stradine al massimo di due corsie che tagliano a metà la montagna e permettono di raggiungerne quasi l’estremità. Amy-San ci ha spiegato come nelle zone periferiche le persone utilizzino le macchine molto di più che a Tokyo, perchè i collegamenti via treno sono molto meno fitti che in città, dove il sistema ferroviario è di gran lunga preferibile, visto anche l’elevato costo per prendere la licenza di guida (circa 2000 euro! tra scuola guida e tutto).

Ancora il Monte Fuji, spesso circondato da nuvole Tanzen tra le nuvole :D

La prima tappa è stata comunque il centro visitatori, dove sono riuscito a scattare qualche foto della montagna, che è effettivamente imponente, quasi a rappresentare una sorta di guardiano su tutte le zone circostanti. Peccato che spesso le nuvole ne abbiano coperto le visuale, e bisognava aspettare l’attimo giusto per poter catturare il momentum. Dopo la prima sosta, ci siamo diretti sulla montagna e siamo giunti alla cosiddetta quinta stazione, situata a 2300 metri di altitudine, immersi completamente nella nebbia e nella frescura. Ho avuto modo di comprare qualche gadget e visitare un tempio li vicino, ma era davvero difficile vedere oltre pochi metri. Il periodo ideale per tentare una scalata fino alla vetta va da Giugno ad Agosto, in questo caso ci siamo “accontentati” di salire per circa 2/3 dell’altezza complessiva. In realtà è a partire dalla discesa verso Hakone che è cominciata la parte del viaggio che mi ha provocato maggiori emozioni. Hakone è un distretto veramente mozzafiato, immerso in un verde rigoglioso, largamente incontaminato da tante cose che invece hanno invaso Tokyo. Si respira un’aria sana, genuina e tranquilla, tanto da far venire voglia di passeggiarci dentro per ore e ore senza una meta…

All’interno di questo distretto c’è il lago Ashi, che ha come sfondo proprio il Monte Fuji; sul lato nord, nel porto di Kojiri, abbiamo preso un traghetto che ci ha portato ad Hakone-En mediante un tragitto di 15 minuti aventi come sfondo un mare calmissimo e montagne ai lati, come se volessero allungare le proprie braccia in segno di protezione. Giunti a destinazione, ci siamo subito diretti verso la funivia che ci ha portato sulla sommità del monte Komagatake, posta a circa 1400 metri d’altezza. La temperatura era decisamente più bassa e soprattutto era uno spettacolo vedere le nuvole muoversi a notevole velocità, e quindi in un attimo far scorgere e fotografare l’immenso paesaggio ai piedi del monte, e subito dopo ricoprirci completamente, oscurando tutto quanto intorno. Una sensazione bellissima assieme a quella di sentire il vento in faccia, fermarsi e sporgersi verso il basso, ammirando il lago, le distese di verde e le casine varie arroccate, pensando, quando cacchio mi capiterà più nella vita?

Bella, nevvero? Hakone Sightseeing Boat

Scesi nuovamente al livello del mare, la prima parte del tour è giunta al termine, quelli che avevano prenotato un solo giorno sarebbero rientrati a Tokyo con il pullman, per me e altre sparute persone c’era una navetta ad aspettarci, che ci ha accompagnato al Prince Hotel, che avevo saggiamente (tra poco si capirà) scelto tra i tre disponibili. Questo Hotel è infatti un enorme complesso che si estende sulla riva del lago, ha un aspetto moderno ma non sfarzoso o pacchiano, ed è molto accogliente. La mia stanza curata nei minimi particolari, ampia, ben rifinita. Una volta che mi sono avvicinato alla finestra e ho tolto la tenda ho avuto la sorpresa migliore, una visuale completa del lago, una scena meravigliosa quasi vicina al tramonto che mi ha tolto il fiato per qualche secondo. Come se non bastasse, ogni camera aveva una scala esterna collegata ad un giardino, che permetteva di vedere ancora meglio il paesaggio. Dall’interno dell’hotel era possibile raggiungere anche un molo che affacciava direttamente al suo interno, inutile dire che mi ci sono diretto subito e che nel silenzio e nella calma sono rimasto fermo immobile e senza parlare per diversi minuti, spettacolo…
Alle 19 già cena, perchè, come se non bastasse, l’albergo era dotato di un Hot Spring completamente gratuito per i clienti.
Cosa sono gli hot springs? Bagni caldi (direi bollenti) pieni di sali minerali che si trovano all’aperto e al chiuso, accompagnati da bagni idromassaggio e da saune. Una vera e propria esperienza rilassante, rigorosamente da fare nudi in un ambiente accogliente. Non potevo prepararmi meglio per andare a dormire.
Durante la giornata ho fatto amicizia con Fumiri, ragazza che di lavoro fa anche lei la guida tra Nara e Kyoto (e che mi ha detto di non dirlo alla nostra, che sarebbe diventata nervosa, indovinate cosa ho fatto invece? Scherzo :–D) e Denis, ragazzone di colore del Minnesota che fa il fotografo professionista e che ha lavorato anche due mesi a Napoli e Roma :–)

Il giorno dopo mi sono svegliato, per un attimo, alle 5 , speranzoso di guardare l’alba sorgere sul lago, purtroppo il tempo molto nuvoloso me lo ha impedito, e mi sono riaddormentato per poi lasciare la stanza in orari più umani. Sono ritornato quindi da Hakone-En a Kojiri col traghetto, e la solita cosa particolare è che ero l’UNICO in tutta l’imbarcazione, mi sono quindi messo a prua a guidarla (…) fino a destinazione. Da qui ho preso poi una funivia che mi ha portato fino a Owakudani Station, poco sopra i 1000 metri d’altezza, per poi affrontare una piccola scalata di circa 400 metri, finalmente a piedi, in prossimità della vetta del monte Kanmurigatake, altro vulcano dormiente dal quale sgorgavano fumi di zolfo e acqua calda (un po’ come la solfatara a Napoli), interessante da vedere e fotografare. La giornata è proseguita a Gora, dove ho visitato il suo parco e ho provato, a pranzo, i Mejiri, alcune palle di riso dolciastro con all’interno i fagioli rossi. Detto così fa abbastanza schifo, il risultato invece non è male. Il resto del tempo l’ho impiegato per ritornare a Tokyo, non prima però di prendere la Tozan Line per raggiungere Odawara, una linea ferroviaria davvero suggestiva che passa attraverso i monti e i boschi, indovinate com’era il colpo d’occhio?

Falde vulcaniche sul monte Kanmurigatake Acqua calda che scorre

Le ultime forze le ho spese per andare ad Harajuku, il quartiere giovanile di Tokyo, per acquistare un paio di maglie e una camicia con relativa cravatta (non normale, quelle tipicamente fini Giapponesi :–D) e per ricongiungermi con Andrea e Pietro, i primi due colleghi/amici che mi hanno raggiunto e con i quali trascorrerò gli ultimi 3 giorni e mezza di vacanza, prima di dedicarmi al Tokyo Game Show. Domani, se tutto va bene, si va a vedere una partita di Baseball nel bellissimo Tokyo Dome.

Ho messo online anche la galleria fotografica completa di questi due giorni.