Lo scorso luglio raccontavo di aver visto dal vivo la nuova Alfa Romeo Junior e di come NON mi avesse colpito; nel mentre invece l’interesse per Tonale stava crescendo a dismisura, legato anche quella voglia e in parte necessità di cambiare tipologia di macchina dopo un aumentato vistoso dei km percorsi ogni anno, anche con sessioni di 5-7 ore consecutive.
Detto, fatto, da qualche settimana sono entrato in possesso di una Alfa Romeo Tonale 1.5 Mild Hybrid a benzina da 160cv + 20cv in aiuto dal motor(ino)e elettrico.
Colore Rosso Alfa, modello Veloce con cerchi in lega da 19″ neri, impianto audio maggiorato Harman Kardon e un bel po’ di accessori al suo interno, dai sedili in pelle riscaldati alle telecamere, sensori di parcheggio e sistemi di aiuto alla guida di livello 2.
Sono un Alfista convinto, di quelli che non cambiano ma al contempo sono moderati nelle opinioni su cosa rappresenta oggi il marchio Alfa Romeo; dalla prima macchina che ho comprato fino a quando potrò guidare, ci sarà solo un Alfa sotto le mie chiappe.
Non sopporto gli estremismi, però, sotto forma delle lamentele cicliche sul fatto che non esiste più l’Alfa di un tempo – normale, i marchi vivono di fortune alterne e oggi le richieste sono diverse, senza contare che l’auto rappresenta un bene sempre meno centrale – e che, per essere dei “veri” Alfisti, si debbano possedere solo macchine costose (oggi, Giulia o Stelvio) con cilindrante importanti, come se tutti avessero a disposizione sessanta e più mila euro per comprarle e mantenerle, oppure corressero in pista o sempre oltre i limiti di velocità consentiti.
Personalmente ho guidato una 147, poi negli anni ho comprato una Mito, una prima Giulietta nera e poi una seconda rosso Alfa, modello benzina da 140 cavalli.
Il cambio di motorizzazione, quindi, è stato “familiare”: Tonale ha prestazioni leggermente migliori in accelerazione, ripresa e velocità, mentre il supporto del motore elettrico è interessante perché permette di fare manovre senza quello termico oppure un po’ di strada alla stessa maniera, ovviamente senza affondare l’acceleratore e fino a 30/35 chilometri orari su strada pianeggiante, di più durante o dopo una discesa.
L’ho trovata un’integrazione automatica interessante perché automatica (non mi piacciono le macchine elettriche, per una svariata serie di motivi non solo filosofici) restituisce una certa consapevolezza nell’ottimizzare come si accelera, si frena e si gestiscono i consumi, al netto di quando si vuole solo correre e “giocare” senza badare a queste cose.
Dopo i primi 1000 km – circa 600 di autostrada, 200 superstrada, 150 extraurbani e 50 in città – ho consumato 16.2 km/l rispetto ai 14 km/l della Giulietta, secondo me proprio perché, con tutta la tecnologia a bordo e i vari indicatori, sono stato più attento a guidare meglio quando mi interessava solo lo spostamento e il comfort.
In termini di prestazioni la modalità “dynamic” e le alette al volante per il cambio sequenziale manuale regalano qualche spunto divertente pur rimanendo ben lontani dalle migliori espressioni alfiste ma, alla luce delle macchine “quotidiane” che ho guidato fino ad oggi, non posso proprio dire di sentire una macchina pigra quando si vuole spingere.
Lo sterzo è indubbiamente leggerino con la manopola su Advanced Efficency e Normal, piacevole in Dynamic e in generale sto apprezzando molto l’inserimento in curva, davvero ottimo anche a velocità sostenuta.
Negli interni il passaggio da Giulietta è stato molto più marcato, dall’isolamento del rumore al comfort dei sedili fino alla pletora di impostazioni di guida, con alcune davvero utili come il cruise control adattivo con guida assistita. Senza contare i vari sensori per abbaglianti e pioggia, le telecamere a 360 gradi e tante piccole cose. Molte sono oramai sdoganate in qualsiasi segmento, per carità, ma provenendo da una Giulietta 2020 per me sono un deciso miglioramento.
Essendo appassionato di tecnologia, poi, ho apprezzato il sistema di infotainment più personalizzabile tra widget, indicatori e connettività wireless, con un generoso caricatore sia USB che a induzione; il sistema audio è una goduria per me che ascolto tanta musica e come detto faccio sessioni di guida piuttosto lunghe.
Dulcis in fundo, l’estetica, la prima cosa in cui ritrovo il mio amore per l’Alfa Romeo, nonostante un segmento di mercato del tutto nuovo per questa casa automobilistica.
La parte anteriore è proprio bella, dal taglio ai fari e lo scudetto. Il “sedere” potrebbe indubbiamente essere più “ciccio e slanciato”, ma i fari e il colore rosso Alfa, che non stanca mai, aiuta nel mitigare tale percezione. Belli gli specchietti, bellissimi i cerchi; l’interno da sensazione di qualità, l’hud digitale a cannocchiale è bello bello e personalizzabile, lo sterzo è fantastico e la striscia luminosa che parte dal lato passeggero molto piacevole. Mi piace il tunnel centrale “vecchio stampo”, lo schermo touch è responsivo e di ottima qualità, anche se poteva essere un po’ più grande e magari integrato con la plancia.
Insomma, di questa Alfa Romeo costruita a Pomigliano d’Arco, a pochi chilometri dalla mia Napoli, mi sono già infatuato, respirando assolutamente quell’amore che ho da sempre per il marchio nonostante il periodo storico non proprio felice e scelte che mettono a dura prova gli Alfisti più intransigenti.
A me piace dare un senso a tutto, pure all’utilizzo di un oggetto tecnologico che deve essere “emozionante”, tanto da giustificare le ore che vi passo assieme. Pensate che quando mi connetto alla macchina, lo schermo del cellulare e dello smartwatch cambiano per essere in tinta, come potete notare nelle numerose foto in allegato a questo articolo :)
Adesso spazio alla galleria!