Questo sabato sera l’ho passato al pronto soccorso: durante l’ultima partita di calcetto ho subito un bel calcione sulla parte laterale della caviglia del piede sinistro, e non riesco nemmeno ad appoggiarlo a terra.
Dopo quattro ore di attesa e altrettante previste a causa di una serata molto movimentata, tra l’altro con la possibilità del solo consulto vista l’assenza dell’ortopedico, ho deciso di rimandare a lunedì, per capire se la cosa è grave in termini di tempi di recupero o meno.
In quelle quattro ore mi sono reso ulteriormente conto del perché gli ospedali mi deprimano: un viavai di persone come se fosse un centro commerciale, tanta sofferenza e tristezza, un paio di incidenti gravi; nel frattempo me ne stavo buono pensando che la mia caviglia in fiamme fosse una sciocchezza al confronto.
Mi ha colpito l’umanità di tanti, come una vecchina venuta a sostenere il marito da sola perché non voleva disturbare i figli, un signore che faceva forza a quella che da quanto ho capito era la sua donna alla pari, che non aveva parenti in Italia.
Poi ovviamente tante persone che sembrano andare al pronto soccorso tanto per passare il tempo: chi accusava dolori generici e forse immaginari, chi aveva una cosa nell’occhio invisibile, chi sbraitava per la lunga attesa e non capiva che le urgenze avevano la precedenza, chi salutava gli infermieri come se fosse un abitué.
Una nota di colore, per fortuna, c’è stata: ad un certo punto è arrivato un padre con figlia, peraltro maggiorenne, a sua detta in evidente stato confusionale per chissà cosa; ebbene, era “semplicemente” ubriaca fradicia…assieme agli altri presenti ci siamo ammazzati dalle risate :D
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