Forse non saranno d’accordo le persone che sono state coinvolte direttamente nel naufragio della Costa Concordia (a ragion veduta, ovviamente) ma in questi anni dominati da Internet e dalla tecnologia, perfino le tragedie più grandi “godono” di parodie, sfottò di ogni genere e colpi di genialità che riescono a strappare più di qualche risata, cosa che sembra quasi un paradosso ma che rappresenta un dono che nel bene e nel male caratterizza questa generazione, dove si riesce ad essere colpiti in entrambi i versi da accadimenti che non coinvolgono direttamente.
Non voglio addentrarmi di nuovo sull’argomento originario visto che l’hanno fatto tutti, mi piace però commentare l’eccessivo accanimento verso Schettino, una persona che ha chiaramente fallito ma che deve condividere la colpa con chi l’ha scelto e con la sfortuna di aver provocato una fatalità del genere con una manovra che a quanto pare fanno in tanti e nonostante la quale i tanti se la sono sempre cavata.
Sia ben chiaro, è giusto che paghi per tutte le sue responsabilità e direi che la sua vita è oramai segnata per sempre, ma fa ridere leggere come sui giornali e sui vari social network in tanti, tantissimi si siano improvvisati esperti marinai, psicologi, accusatori folli e qualunquisti nell’erigere questo personaggio a simbolo del male italiano, talvolta dell’Italia stessa.
Così come sono eccessivi a mio modo di vedere gli elogi e soprattutto lo stupore attorno al comportamento di De Falco, assolutamente da lodare ma come dovrebbe sempre essere. L’unica riflessione personale che ho fatto è stata quella di constatare come il binomio composto da Schettino e De Falco/Savastano sia tutto napoletano e rappresenti un po’ quello che penso della mia città, un posto straordinario dove convivono bene e male e tanti eccessi in entrambe le direzioni.
Detto questo, è tornando al titolo del mio post, volevo chiudere segnalando due tra le parodie che mi hanno più divertito, la prima per gli amanti dei videogiochi e in particolare Metal Gear Solid, con l’iconica scena del codec, l’altra sottoforma di video presa a prestito da un’ancora più famosa scena di Full Metal Jacket.
E’ triste che ci siano queste cose? Dipende, ma sono figlie del nostro tempo e bisogna accettarle, separando il rispetto dovuto da quello a tutti i costi che invece ha come risultato unicamente quello di risultare bigotti.