Quando lasciai Multiplayer.it nel 2017 il mondo sembrava cadermi addosso, perché quella che è stata una mia decisione, seppur necessaria, aveva messo uno freno importante ad un percorso cominciato almeno quindici anni prima, stracolmo di momenti indimenticabili.
Non ho vergogna nel dire che al comparire del mio ultimo editoriale di addio scoppiai in un pianto lunghissimo che raccoglieva anche una liberazione dalle settimane precedenti, in cui facevo fatica a dormire.
Perché quando si fa un lavoro del genere, grazie al quale hai viaggiato in lungo e in largo per il mondo, definito insieme ai colleghi una branca dell’informazione e soprattutto sei stato a contatto con decine di migliaia di lettori, alcuni diventati amici, ti senti come se avessi perso un pezzo di cuore enorme e subito una rovinosa caduta.
In pieno stile personale di attaccamento alla maglia, fino all’ultimo secondo non ho mai pensato a un piano B, dovevo chiudere prima e avere tempo per pensare, anche a costo di rischiare di più dal punto di vista personale ed economico.
L’affetto enorme ricevuto dagli amici, (parte dei) colleghi e soprattutto, lo dico con grande orgoglio, da migliaia di persone che non conoscevo nemmeno dal vivo, mi ha dato la forza di assorbire il colpo in pochissimo tempo galvanizzandomi in maniera incredibile per capire quello che volevo fare, come potevo ripartire senza dover abbandonare quelle che di fatto sono innanzitutto le mie passioni.
Non ho mai pensato nemmeno un secondo di fare l’influencer nell’accezione più pura ed individualista del termine, tutto quello che ho costruito in tal senso è sempre stato frutto della mia predisposizione ad essere in prima linea e metterci la faccia quando mi sento a mio agio, sempre però in un contesto corale fatto di ingranaggi fondamentali per la riuscita del tutto, quelli che hanno permesso ad esempio Multiplayer.it di affermarsi come testata di riferimento nel mondo dell’informazione legata ai videogiochi.
Gameplay Café è stato il primo tassello del nuovo percorso, all’interno del quale spesso mi sono mosso dietro le quinte per ottenere il risultato di coinvolgere parte dei miei lettori e rimanere con un piedino nel settore, senza alcuna velleità di esserne protagonista. I due crowdfunding per oltre 20.000 euro, il viaggio in Giappone con sette di voi, le pizzate per conoscerci in giro per l’Italia, un rapporto diventato di amicizia con decine di lettori, lo sfogo nel mondo dei videogiochi.
Poi tutto l’altro mondo relativo al cibo, l’altra mia passione, che già da qualche anno era maturata ed era tutta da sviluppare a livello professionale.
Gli ultimi 4-5 anni, suggellati dalla creazione di una startup di cui sono amministratore, mi hanno dato un grande insegnamento e consapevolezza: i tanti anni di Multiplayer erano diventati una comfort zone dorata, dove tutto era naturale, eccezionale (i viaggi costanti in giro per il mondo, gli scoop e i numeri impressionanti) ma con una coltre di nebbia verso il mondo esterno. Ogni anno era ciclico, non si sviluppavano nuovi progetti e sinergie e si perdeva un pezzettino di una vera maturazione professionale, seppur per fortuna quella personale era garantita dalle esperienze e dagli stessi viaggi.
In questi anni ho dovuto far quadrare i conti, lanciare nuove idee, creare progetti e sinergie, reggere alla solitudine personale ed economica nel mezzo di una pandemia e di una startup con pochi mezzi a disposizione. Ma sono nate anche tante collaborazioni e progetti come mai fatto prima: Di Pizza, Garage Pizza in tre lingue, il PizzaCon, A.Q.I. Pizza in Giappone, gli eventi “La Pizza unisce Italia e Giappone” all’interno dell’Ambasciata d’Italia a Tokyo, Lievitamente – il Festival della Pizza fatta in casa e tanto altro, proprio grazie ad un modo di approcciare al lavoro completamente differente. Di racconto e gestione dietro le quinte, di contatti e sinergie, di chiarezza e trasparenza anche quando il mondo divulgativo e commerciale collimavano tra loro.
Evito di parafrasare “Amici mai” di Venditti, ma un po’ è successo questo. Mi sono seduto con Andrea Pucci ed è maturata questa idea da un suo spunto: perché non applicare questo rinnovata consapevolezza e know how in un quadro più generale, senza sacrificare però il piglio manageriale e decisionale oramai consolidato?
Ne abbiamo parlato per mesi e fra poco vi spiego il perché, ma ad ogni modo è successo: dal 9 maggio 2022 faccio parte di nuovo della famiglia di NetAddiction, in qualità di Responsabile Sviluppo (o Product Manager, che fa più figo) dell’Area Food; contestualmente Garage Pizza e Gameplay Café entrano in scuderia e diventano autosufficienti a livello economico, con un budget dedicato.
Cosa significa? Che assieme ai miei colleghi mi occuperò della gestione delle strategie, del marketing, della valorizzazione dei brand, degli eventi e dei rapporti con i partner per tutti i siti che fanno capo a quest’area.
Dalla punta di diamante Dissapore al network Vinoclick, passando per le ricette di Fidelity House Cucina fino, appunto, alla mia creatura Garage Pizza.
Vi dicevo che ci abbiamo messo un po’ di mesi per trovare la quadra completa; uno dei punti focali, vi assicuro non meno importante di ruolo, stipendio e tutto il resto collegato, è stato quello di garantire continuità come mio ringraziamento a tutte le persone che mi hanno dato un supporto morale e lavorativo in questi anni da imprenditore puro.
Nella pratica un budget annuale con cui garantire l’autosostentamento per Garage Pizza e Gameplay Café, continuando a pagare tutti i collaboratori attuali e avendone ancora il controllo diretto, dalla gestione editoriale fino a quella strutturale. In pratica non cambierà nulla, anzi potrebbero nascere ulteriori opportunità e io continuerò a coltivare la mia vena da scrittore e divulgatore proprio a partire da questi due progetti, e non solo: potrebbero esserci ulteriori novità prossimamente 🤟
Tutto cambia, nulla cambia, vediamo di spaccare assieme come sempre ✌️