Per la diciottesima volta, a partire dal 2004, mi sono recato in Giappone. L’occasione questa volta è stata il Tokyo Game Show 2016, del quale parlerò in un post specifico: in questo mi premeva raccogliere alcune delle foto più significative che ho scattato durante i giorni di permanenza.
In realtà basta cliccare sulla categoria apposita per leggere gli oltre cento post che ho dedicato al Sol Levante nel corso degli anni, frutto di esperienze fantastiche le quali bene o male hanno segnato il mio approccio con culture differenti dalla mia. Dopo così tanti viaggi, il Giappone rimane l’unico paese che ancora oggi mi suscita emozioni e aspettative (quasi) come se fosse la prima volta: tanta eccitazione all’arrivo, tanta tristezza alla ripartenza.
Al di là del puro piacere estetico, che può essere legato a un quartiere piuttosto che un altro, è soprattutto una questione di stimoli, che da queste parti sono semplicemente enormi. Fondamentali per tenermi vivo, uscire anche solo mentalmente dalla “comfort zone” nella quale rientra il lavoro che faccio attualmente, che tra l’altro è ben lungi dall’essere monocorde e privo di sussulti. Fino a quel contrasto se vogliamo alienante di un paese capace di farti sentire solo anche quando sei in mezzo a migliaia di persone, poi ti travolge per un accadimento che non ti aspetti, per una potenzialità infinita di cose da sperimentare. Difficile da spiegare a parole questa assuefazione più forte di una droga, in un contesto nel quale le costrizioni sociali presenti mi tengono con i piedi ben saldi a terra quando mi passa per la testa di provare a fare il grande salto. Rimane una finestra su un futuro riguardo il quale non mi sento di programmare nulla, perché a 36 anni ho ancora voglia di essere stupito, di non sentirmi al sicuro in tutti gli aspetti della mia vita.
Ad ogni modo il mio viaggio è stata caratterizzato da piccoli dettagli e grandi incontri, che rientrano perfettamente in quanto affermato poco sopra. Quello con alcuni degli amici che vivono a Tokyo, assieme a tante birre (quelle alla spina hanno una gradazione alcolica bassissima.) e soprattutto chiacchiere tra sciocchezze e cose ben più serie; quello col padrone di casa di uno dei tre appartamenti nei quali sono stato, con il quale sono diventato subito amico; quello con lo chef del Tama, che ha preparato dinnanzi a noi una carbonara solo per farci piacere; quello con Carlo della pizzeria da Peppe Napoli sta’ ca’, che tra l’altro è anche la sede del Club Napoli Nippon: ne parlerò a breve in un post futuro.
I punti di discussione sul Giappone da approfondire sarebbero tantissimi, compresi quelli frivoli del budget infinito che ci vorrebbe per portare a casa tutti i gadget e le cose più strampalate in vendita (sono riusciti a creare addirittura un personaggio a partire dal tuorlo di un uovo!), ma adesso è il momento di lasciare lo spazio al resto delle foto.
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