Il mega provato di Bioshock Infinite è online, ventimila caratteri dove ho cercato di spiegare al meglio che sensazioni mi ha regalato, anche perché ho avuto tutto il tempo di provare il titolo nei minimi dettagli e senza pressioni di tempo.
Devo dire infatti che in termini lavorativi è stato uno dei migliori press tour ai quali abbia preso parte, il giorno successivo l’atterraggio completamente libero per assorbire il fuso e fare un po’ di shopping, quello dedicato al gioco con ritmi molto rilassati, una postazione dedicata con oltre tre ore di gioco a disposizione; tutte le piattaforme disponibili per la prova e un’intervista singola da trenta minuti, il tutto sempre con mangiare e bere a disposizione. Con presupposti del genere si riesce a lavorare molto bene, nessuno dei PR è stato invasivo e si è limitato a chiederci di rispettare l’embargo di pubblicazione concordato; il giorno dopo ho avuto un altro po’ di tempo libero prima di ripartire alla volta dell’Italia, senza particolari patemi.
Eravamo un manipolo di giornalisti, credo dodici, la maggior parte dei quali appartenenti a riviste cartacee; ho legato molto con un ragazzino svedese, Aldo (nonno italiano, ma nato e cresciuto in Svezia), che prevedo di rivedere spesso in giro perché molto bravo e con un inglese fenomenale. A tal proposito nota di demerito per i giornalisti francesi e spagnoli, davvero poco socievoli nel far comunella tra loro ignorando gli altri e parlando unicamente la propria lingua; bisogna sforzarsi talvolta, lo so, ma basta poco come una cena assieme per farsi capire col proprio inglese…
In concomitanza con questo viaggio, che si è tenuto da lunedì a giovedì, ho fatto una sorta di “esperimento”, utilizzando unicamente il mio iPad Mini (ovviamente il discorso può essere esteso a tutti i tablet, con qualche sacrificio in più) tutte le volte che avevo bisogno di uno strumento informatico.
Sia ben chiaro che ritengo i tablet strumento di fruizione di contenuti piuttosto che di produttività, la quale può essere portata a termine in alcuni casi ma più lentamente e non al 100%. Quando sono in una postazione “fissa” come l’ufficio, preferisco di gran lunga un portatile classico, magari ultrabook, con tastiera e potenza computazionale superiore; è indubbio altresì che i tablet in più di un’occasione possono fare comodo in termini di praticità d’uso e piacevolezza.
In linea di massima ho usato l’iPad Mini sul volo d’andata per giocare, leggere un libro e vedere alcune puntate di Chuck (Serie TV); durante la permanenza a Los Angeles per rispondere alle mail, aggiornare i social (sia lavorativi che personali) e, all’evento di Bioshock Infinite, prendere appunti. Sul volo di ritorno, infine, per scrivere interamente l’articolo di cui sopra e correggerlo una volta, con il sottostrato di Dropbox/iCloud per ritrovarmi tutte le modifiche del calendario e dei documenti anche sugli altri dispositivi in mio possesso.
I risultati sono stati ovviamente eccezionali in volo, grazie alla durata della batteria e alla possibilità di fare più cose per tutta la durata del volo (e parliamo di quindici ore totali, compresi gli scali), buoni in giro per via dell’estrema leggerezza e portabilità del tablet. L’articolo ovviamente l’ho scritto più lentamente rispetto al portatile, ma d’alltronde sull’aereo è stato più facile concentrarmi avendo a disposizione tutto il tempo di questo mondo.
Probabilmente se avessi dovuto fare lavoro d’ufficio e impaginare ad esempio il pezzo, mi sarei trovato parecchio a disagio e non sono sicuro che sarei riuscito a fare tutto, anche perché su Mac ho una pletora di programmi tesi a velocizzare in maniera estrema la mia produttività.
C’è stata ad ogni modo una svolta super interessante, quella di aver comprato una scheda AT&T ed averla utilizzata con iPad Mini. Il piano dati che ho scelto non prevede abbonamenti di sorta ed è molto interessante (15$ per 30 giorni e 250MB, 30$ per 3GB e 50$ per 5GB con Hotspot abilitato e Wi-FI gratuito in giro per il paese), mi ha permesso di essere connesso in LTE anche in strada e in giro (ne ho approfittato per fare una videochiamata per far vedere Hollywood a fidanzata e parenti :D) e quindi essere ancora più produttivo in caso di bisogno. Ho scoperto anche che attivando un piano internazionale con AT&T, ho la possibilità di navigare in TUTTO il mondo a costi decisamente umani (30$ per 120 MB, 60$ per 300MB, 120$ per 800MB), cosa che non è assolutamente possibile con gli operatori italiani, dove forse solo Vodafone vi si avvicina ma imponendo perlomeno tot mesi di abbonamento a costo più che doppio.
Detto questo, la configurazione di produttività per me ideale è rappresentata da un portatile/ultrabook 13”, un tablet (e come scritto recentemente, il Mini ha soppiantato nelle mie preferenze l’iPad normale) e ovviamente uno smartphone, utilizzando poi sistemi come Dropbox e compagnia per la sincronizzazione, dei quali magari parlerò prossimamente :)