Oggi ricorre il trentesimo anniversario dalla nascita di Amiga, un fantastico computer orientato alla creatività e ai videogiochi che fu davvero laboratorio di innovazioni software ed hardware, fin dal primo Amiga 1000. Personalmente sono molto legato a Commodore, e le mie origini ludiche le devo proprio al Commodore 64 acquistato dai miei genitori, sul quale da piccolo ho speso decine di ore su Aztec e Thriller.
Poi è stato il turno di Amiga 500: ricordo come se fosse ieri l'odore dei floppy disk, delle confezioni, sensazioni di titoli che sono rimasti indelebili come Turrican, Monkey Island, Addams Family, IK+, Another World e tantissimi altri; alcuni esclusivi per la piattaforma, altri in concomitanza col PC canonico, solo successivamente è entrato in diverse forme (compreso l'Amstrad CPC) a casa mia.
Tempi memorabili che hanno giocato un ruolo fondamentale nella mia formazione videoludica e di tante persone coetanee o più vecchiette; come al solito la nostalgia gioca un ruolo fondamentale nell'addolcire la pillola dei ricordi, ma davvero al tempo, ve l'assicuro, caricare un gioco da cassetta, cartuccia e floppy disk aveva un sapore particolare, ancora di più quando lo condividevi con qualcuno o ti recavi nei negozi e nelle edicole per l'acquisto. In un periodo in cui la cultura del pezzotto si fondeva con quella dell'originale ed era possibile comprare di tutto anche sotto forma di compilation, e passare decine di ore a pasticciare con l'interfaccia grafica, il sintetizzatore e il sistema operativo.
Adesso di Commodore è rimasto solo il marchio, più volte profanato ma sempre di un certo fascino, al punto da farmi seriamente pensare di comprare lo smartphone Android di recente commercializzazione, fino a rinsavire dinnanzi ad una chiara operazione commerciale senza vere finalità didattiche e realmente nostalgiche.
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