Volevo scrivere un libro su Twitter

Pubblicatoil Set 6, 2016

Nell'estate del 2012 avevo avuto l'idea di scrivere un libro leggero su Twitter nel quale i protagonisti erano propri i Tweet, divisi per argomento e legati da un filo logico discorsivo scritto di mio pugno.
In pochi giorni ho scritto il sommario ed un capitolo specifico, dedicato all'arrivo di Twitter in italiano e allo sbarco dei VIP su questo social network, non sempre in grado di affrontare le critiche dirette e l'utilizzo ideale di questo mezzo.
Il progetto è poi saltato un po' per mancanza di tempo, molto perché Twitter ha estremamente ridotto gli strumenti di ricerca anche in termini temporali, limitando in maniera decisiva la mia voglia invece di pubblicare più Tweet possibili.

Questo è il capitolo che ho scritto al tempo, nella sua forma originale:

Il primo Tweet mai creato è stato pubblicato nel marzo del 2006 in maniera prevedibile da uno dei fondatori di Twitter, Jack Dorsey, che in maniera altrettanto prevedibile ha scritto il messaggio automatico "Sto configurando il mio twttr" (prima si chiamava così, fortunatamente adesso no).
Come (quasi) tutte le innovazioni tecnologiche un fenomeno come quello di Twitter si è affermato pesantemente prima negli Stati Uniti e prima in lingua inglese, con una crescita costante ma non eccezionale nei primi mesi, che ha poi subito un'accelerata nel momento in cui le persone hanno cominciato a capire che mediante questo social network è possibile dare sfogo al proprio ego (con il concetto di follower e retweet) ed essere taglienti e divertenti senza necessariamente scrivere trattati sempre più difficili da leggere, purtroppo direbbe qualcuno, in un'era fatta di nativi digitali.

E gli italiani? Ovviamente i primi ad approdare su Twitter sono stati quelli più avvezzi alla tecnologia, che da un lato hanno intravisto il potenziale di questa piattaforma, dall'altro hanno vissuto anche una crisi d'identità, tra lo scrivere in inglese perché altrimenti nessuno ti si fila (e non mancano le comiche a mo' di "Noio volevam savuar" di Totoniana memoria) e l'utilizzo della terza persona per i propri comportamenti.

Proprio da questi gruppi provengono ancora oggi le Twitsar comuni più famose, alcune delle quali hanno dato il via ad un processo importante per l'affermazione di Twitter in Italia: la traduzione nella lingua di Dante.
Nessun gruppo di professionisti o quasi, ma utenti intraprendenti che hanno tradotto parola per parola il sito web e l'applicazione ufficiale, permettendo alle persone ancora più comuni di creare un proprio account, trovare follower italiani e dire la propria.

Tutto questo accadeva alla fine del 2009, poco prima di Natale, segnando una sterzata importante nell'adozione italiota anche da persone insospettabili che magari conoscevano solo Facebook e che di computer e tecnologia ne sapevano meno del giusto.


Twitter (@Twitter)

Twitter in Italiano! http://blog.twitter.com/2009/12/ed-ecco-litaliano.html

10 Dec 09 via web


Luca Conti (@pandemia)

uno speciale benvenuto ai 700 nuovi follower di oggi, grazie a Twitter in italiano, vedi anche il Tg1: http://ow.ly/L7Zi (via @catepol)

12 Dec 09 via HootSuite


Da qui è stata un escalation che però non ha fatto piacere a tutti, pensate ai puristi che si lamentano dell'invasione dei bimbominkia, persone che scrivono con le K al posto di CH, pensano che lo scopo primario di Twitter sia quello di trovare l'anima gemella oppure che fanno domande non avendo nemmeno una persona che li segue (al pari delle particelle di sodio solitarie).


mirko lazzati (@ibra1224)

Vorrei una ragazza zona Lombardia

22 May 12 via Twitter for iPhone


mirko lazzati (@ibra1224)

Vorrei una ragazza

27 May 12 via Twitter for iPhone


mirko lazzati (@ibra1224)

Vorrei frequentare una ragazza

30 May 12 via Twitter for iPhone


Ovviamente abbiamo forzato la mano e complessivamente l'arrivo di Twitter in italiano ha permesso di far conoscere questo servizio ad una miriade di persone tra le più disparate; l'integrazione con cellulari e tablet di questo servizio ha accentuato ancora di più la sua diffusione, diventando uno strumento peculiare che tutti possono usare in maniera differente, avere un riscontro tra i propri follower e confrontarsi/informarsi su quello che accade all'esterno del proprio mondo.

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Arriviamo finalmente al punto centrale di questo paragrafo, quella che è stata definita da qualcuno l'invasione dei VIP, l'arrivo di "quelli che contano" anche su Twitter.
Una cosa potenzialmente interessante, perché questo social network permette come nessun altro di interagire direttamente con la persona che si ammira, porgli domande dirette senza passare per uno staff imprecisato e che magari fa da filtro (ma non crediate che non esistano account del genere, tipo quello, pare, di Beppe Grillo), leggere in tempo reale i pensieri di un cantante od un personaggio televisivo che solitamente si vede o si ascolta solo in veste ufficiale, quando fa il proprio lavoro.

Questo almeno in teoria, perché quello che è accaduto spesso e volentieri da parte dei VIP è stato utilizzare Twitter per aumentare ancora di più la propria visibilità – magari legandola ad un nuovo progetto lavorativo – oppure aggiungere alla lista delle persone seguite solamente i propri amici più stretti o di uguale risonanza pubblica, senza rispondere ai fan che diligentemente hanno accresciuto la lista di follower in attesa di un segnale da parte dei propri beniamini.
Capostipite di questa "pratica" può essere individuato sicuramente in Fiorello, che sfruttando la sua trasmissione di successo "Il più grande spettacolo dopo il weekend" ha utilizzato Twitter (e un hashtag infinitamente lungo, in chiara antitesi col concetto dei 140 caratteri) per accrescere ancora di più la parte virale, al punto di coinvolgere i Tweet durante la trasmissione stessa e vedere la propria lista di seguaci accrescere a dismisura.
Al termine della stagione, e quindi a missione compiuta, si è distaccato sempre di più da questo social network, fino addirittura a cancellare il proprio account senza dare spiegazioni dettagliate alla pletora di persone che lo seguivano con devozione e che si sono a dir poco inviperite per un comportamento molto distante da quello che di fatto il popolo di Twitter stesso ha scelto come netiquette comportamentale.
Inutile dire che al di là dei soliti ed inevitabili eccessi ci sono state vere e proprie perle indirizzate allo scomparso (virtualmente parlando, s'intende) presentatore, coniate soprattutto nell'hashtag #freefiorello, depositario di battute memorabili che vanno dal sarcastico all'ironico, passando per il divertente e l'infamante con stile.


Valentina Vignali (@PunkRock91)

Fiorello scompare da twitter. Ciao Rosario, ora insegna agli altri vip come si cancella un account. #freeFiorello

30 Mar 12 via Twitter for iPhone


fjd (@fjd89)

pare che il suo ultimo tweet fosse stato : "esco un attimo a comprare le sigarette" #freeFiorello

30 Mar 12 via web


Beca (@lucabecattini)

Ma se mi cancello pure io fate #FreeOrso? #FreeFiorello

30 Mar 12 via web


Giuliano Ambrosio (@JuliusDesign)

Arriva il personal trainer per i VIP su Twitter @TweetPerVip ahuauhauhauha #freeFiorello

30 Mar 12 via web


DIO (@Iddio)

Fiorello potrebbe dare il via alla più gradita inversione di tendenza della storia di #Twitter in Italia. #freeFiorello

30 Mar 12 via web


Antoni Conteddu (@Antonicont)

Fiorello s'è cancellato da Twitter. Non so voi, ma mi sento di commentare la sua decisione con #ilpiùgrandesticazzidelweekend. #freeFiorello

30 Mar 12 via web


Peaceching (@Peaceching)

Pare che Fiorello sia sparito da Twitter ma si sia barricato nel suo ufficio perché non vuole andare via. #freeFiorello

30 Mar 12 via web


Al pari di Fiorello ci sono stati tanti altri VIP che hanno avuto un comportamento non proprio eccezionale nel gestire la propria popolarità e il rapporto con il pubblico, il che ha portato ad una tendenza sempre più preponderante da parte della gente comune presente su Twitter, quella di criticare anche in maniera aspra il loro operato, fino a prendere in giro Tweet specifici, fatti magari con un pizzico di innocenza o di malizia a seconda dei casi.
Tra una Emma Marrone blocca utenti come se non ci fosse un domani, una Elisabetta Canalis che fa fatica a scrivere correttamente sia in italiano che in inglese ed una Paola Perego che twitta solo con suo marito, si è aperta un'altra breccia nella storia di Twitter e in quello che vuole essere/sta diventando nel corso del tempo: il peso difficile delle critiche da sostenere da parte dei VIP, che prendendosela sul personale hanno cominciato a battibeccare e dare audizione alla gente comune solo per rispondere ad una critica, per bloccare persone e per fare polemica, con vittime illustri come ad esempio Rudy Zerbi, Gerry Scotti e Michelle Hunzinker che infine hanno deciso di chiudere il loro account. Il processo però si era oramai avviato, e il pensiero popolare è stato nei suoi migliori esponenti sempre condito da battute ironiche e sarcastiche all'indirizzo di uno piuttosto che l'altro, fino ad arrivare a diffondere il concetto generale che i VIP, nella maggior parte dei casi, difettano in simpatia e conoscenza dello strumento, con poca voglia di imparare.


insopportabile (@insopportabile)

Non sono artista, vip, star, politico, scrittore, modello, calciatore, scienziato o nobile. Vivo solo al mia straordinaria vita ordinaria.

8 Feb 11 via TweetDeck


Lady Zetai (@AzzetaZeta)

I VIP italiani si allontanano da twitter? Forse perché qui i VIP devono usare non corpo o faccia ma la parola scritta, Dote ben più rara.

19 Jul 12 via Tweetbot for iOS


Stefabi di Modugno (@StefDiMo)

Grazie a Twitter ho scoperto che in effetti è più interessante seguire le "persone comuni" che i "#Vip". Con le dovute #eccezioni.

15 Jul 12 via web


istintomaximo (@istintomaximo)

Ma quali vip: siete voi che rendete Twitter una miniera di sorprese da 140 caratteri. Siete voi comuni mortali l'anima di Twitter. #FF

3 Feb 12 via Twitter for iPhone


istintomaximo (@istintomaximo)

I vip fuggono in massa da Twitter per dimenticare nuovamente di essere comuni mortali.

23 Apr 12 via Twitter for iPhone


Alessandro (@il_taciturno)

FF a tutti i vip che quando capiscono finalmente come funziona Twitter disattivano l'account.

13 Jul 12 via Twitter for iPhone


E' pur vero che dare libertà di parola così diretta a tutti può risultare deleterio, ma stiamo parlando sempre di un luogo che ha uno scopo ben confinato e specifico, e prendersi troppo sul serio non è la soluzione ideale, ma anzi confrontarsi può essere anche utile per capire come utilizzare al meglio Twitter, esprimere i propri pensieri e dare soddisfazione a migliaia di persone che pendono dalle proprie labbra.
In tal senso e ad onor di completezza bisogna dire che ci sono diversi VIP che utilizzano Twitter da prima dell'invasione (Francesco Facchinetti, Nicola Savino, Beppe Severgnini, Carlo Pistarino e tanti altri), e altri che a tutt'oggi utilizzano questo strumento in maniera interessante, condividendo scene di vita personale, postando foto (anche senza trucco!), interagendo con le persone e dimostrandosi molto disponibili. Il sentimento popolare verso i VIP è stato però spesso caratterizzato da quanto scritto poche righe più sopra, ed è sicuramente il fenomeno più interessante da riportare in queste pagine.

Dicevamo che il popolo di Twitter, che poi spesso è quello comune e della rete, male assorbe le forzature, i malumori e i capricci di chi è più famoso, fortunato e se vogliamo bravo di noi. Esemplificazione di tutto questo è quindi la recente vicenda di Paola Ferrari, che dopo la conduzione della trasmissione dedicata agli Europei di Calcio ha ricevuto grosse critiche, anche spiacevoli, riguardo il suo aspetto fisico, la bravura, e tanto altro.
In una mossa non proprio felice la conduttrice/giornalista televisiva ha annunciato pubblicamente di voler querelare direttamente Twitter, denotando una conoscenza non proprio eccezionale del funzionamento di questo social network.
Il risultato? Apriti cielo! Affrontare così a muso duro e in maniera "scomposta" critiche più o meno condivisibili, più o meno rispettose, ha portato ad un rincaro della dose, fortunatamente anche spesso divertente e sarcastico, che è stato suggellato dalla creazione dell'hashtag #querelaconpaola, il quale ha visto al suo interno dei post che rimarranno negli annali.


La Pausa Caffè (@LaPausaCaffe)

Querelo la crisi per affamazione. #QuerelaConPaola

5 Jul 12 via web


Nicholas @mene

Querelo Gigi D'Alessio perché io di neve, ad Agosto non ne ho vista. #QuerelaConPaola

5 Jul 12 via web


Gigi Gaudiano (@GigiGaudiano)

Querelo la Findus perché i sofficini non mi sorridono #QuerelaConPaola

5 Jul 12 via Tweetbot for iOS


Amoilweb (@amoilweb)

Pare che, scoperto che Twitter è americano, Paola Ferrari abbia dichiarato direttamente guerra agli Stati Uniti. #QuerelaconPaola

6 Jul 12 via Twitter for iPhone


Il Triste Mietitore (@TristeMietitore)

Querelo Babbo Natale perché non esiste. #QuerelaConPaola

5 Jul 12 via Tweetbot for iOS


Leonardo . fed (@leonardofed)

Querelo il fieno. Sono tutte balle. #QuerelaConPaola

5 Jul 12 via web


« Embè? » (@FortyfourCats)

Querelo il coccodrillo perché ancora non s'è capito come fa. #QuerelaConPaola

5 Jul 12 via web


Gianni Leggio (@giannileggio)

Querelo Rocco Siffredi, a causa sua ricevo sempre un "tutto qua?" #QuerelaConPaola

5 Jul 12 via TweetDeck


Se c'è un insegnamento da trarre dopo tutti questi accadimenti è quello che Twitter è un posto dove non si fanno figli e figliastri, ostentare la propria condizione non ottiene riscontri e se si ha visibilità in quanto personaggio pubblico bisogna saper accettare le critiche, ignorare quelle spiacevoli e tenere sempre a mente di non prendersi mai troppo sul serio, voler sfidare "sul campo" gli altri permette di ottenere un unico risultato: lo sfottò nelle sue forme più disparate, dal quale non si potrà mai uscire vincitori.

Se Facebook ti provoca l’orticaria, scrivimi su Twitter: @Tanzen.