Macbook Pro Retina 13″, una recensione soggettiva

Pubblicatoil Ott 24, 2014

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Da anni oramai ho eletto il portatile come postazione ideale ed unica di lavoro, senza schermo aggiuntivo quando ad esempio mi trovo in posizione fissa: preferisco avere un'esperienza di utilizzo sempre identica e non differente a seconda della configurazione, e per questo mi sono specializzato negli shortcut di tastiera e nella personalizzazione del sistema operativo, in termini di interfaccia e di programmi che velocizzano l'utilizzo e l'accesso ai dati, quali ad esempio Alfred, 1Password, Evernote, Ulysses e altri.
Proprio a causa di tali presupposti tutto il budget personale ed aziendale è indirizzato verso un unico tipo di computer, di fascia alta; circa dieci mesi fa sono venuto in possesso quindi di un Macbook Pro Retina da 13 pollici late 2013, con processore i5 da 2,6 Ghz, 16 GB di Ram e Hard Disk SSD da 256GB. Il modello "base" con ram e disco fisso dimezzati costa 1329€, una cifra decisamente importante ma nel mio caso giustificata dall'utilizzo enorme che ne faccio sia in termini qualitativi che quantitativi.

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Rispetto ai modelli precedenti che ho usato ci sono parecchie differenze, più o meno visibili: è sparita la scritta Macbook Pro sulla parte bassa della cornice, adesso più piccola; il Superdrive è stato finalmente rimosso (avrò usato il lettore DVD un paio di volte l'anno, al massimo) per garantire uno spessore inferiore ed un peso interessante di 1,57 Kg. Queste piccole differenze danno un look al portatile più piacevole ed ergonomico rispetto ai precedenti Macbook Pro, e seppur le fondamenta costruttive siano le stesse, si notano immediatamente le differenze uno di fianco all'altro.
Al di là delle prestazioni, senza sbavature con OS X in termini di fluidità dell'interfaccia e gestione delle applicazioni – anche grazie all'SSD ed alla generosa quantità di memoria a disposizione – sono due gli aspetti che ho apprezzato maggiormente.
Innanzitutto la batteria, la quale grazie anche alla CPU Haswell dura anche 6-8 ore quando scrivo – al punto da farmi lasciare sempre il caricatore in ufficio e utilizzare il portatile in tranquillità a casa – poi lo schermo Retina, che davvero ha segnato un passo in avanti in termini di leggibilità e definizione del sistema operativo: una manna dal cielo visto che col portatile scrivo e leggo una miriade di articoli, senza dimenticare feed RSS e lavorazione delle immagini. Dopo aver passato un po' di tempo con uno schermo di tale risoluzione su un 13 pollici (2560×1600 con la possibilità di avere un'area di utilizzo come se fosse 1280×800, in maniera del tutto simile a quando accade con gli iPad Retina) è impossibile tornare indietro, ed è quasi disturbante tornare sugli schermi Mac e PC non retina o comunque non di buona qualità e con risoluzione inferiore a 1080p.
In dieci mesi ho fatto 241 cicli di ricarica e in pratica ho utilizzato il portatile con una media di parecchie ore al giorno; lo stato della batteria è ancora superiore al 96% e per l'utilizzo che ne faccio sono parecchio soddisfatto, il Macbook Pro 13" Retina ha sicuramente rosicchiato tempo di utilizzo all'iPad grazie al suo peso, durata e dimensioni non eccessive, che mi permettono di utilizzarlo in mobilità senza troppe preoccupazioni e con uno schermo, tastiera e trackpad che rendono la scrittura e la consultazione davvero un piacere. Adesso poi ci pensa anche Continuity di OS X Yosemite ad integrarlo meglio con Smartphone e Tablet.

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Per spiegare cosa penso dei portatili Mac faccio sempre l'esempio automobilistico, nel caso specifico del Macbook Pro 13" Retina e come se stessimo parlando di BMW o Mercedes: non sempre il rapporto qualità/prezzo è conveniente rispetto a soluzioni meno costose, anzi, e le esigenze devono essere alte ed importanti per giustificare un acquisto del genere. È indubbio altresì che quando si parla unicamente di valore ci troviamo ai vertici assoluti della categoria, per qualità costruttiva, software ed esperienza di utilizzo.

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