(L)Ode a Dark Souls II

Pubblicatoil Mag 27, 2014

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Si stava meglio quando si stava peggio, diranno i videogiocatori di vecchia data: i titoli attuali sono molto più facili di una volta e non danno vera soddisfazione.
In realtà il "problema" risiede unicamente nel fatto che adesso sono più accessibili ad esempio in termini di checkpoint e vite a disposizione, il che di fatto può ammazzare la paura di morire o affrontare nemici particolarmente ostici che pur ci sono, tanto si possono riprovare all'infinito col minimo sforzo.

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Dark Souls II rappresenta una delle poche e piacevoli eccezioni; forse più facile (ma anche accessibile) dei due titoli precedenti di From Software, è rimasto tra i pochi giochi dove pensi davvero due volte prima di avanzare alla garibaldina, spremi le meningi quando vedi nemici in lontananza per decidere come e se affrontarli, te la fai letteralmente addosso prima di girare l'angolo, magari hai ancora tante anime da spendere e ci sono tre nemici di spalle pronti a farti un mazzo così.

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Uno dei pochi dove la morte conta letteralmente qualcosa, perché potrebbe significare mandare in fumo decine di minuti di gioco; dove bisogna sfruttare al meglio il sistema di combattimento per trovare il punto debole di ogni singolo avversario, in grado di farti fuori alla minima disattenzione: provate a spegnere il cervello per un secondo, siete fottuti.
Che dire poi della soddisfazione di quando si sconfigge un boss apparentemente impossibile? Impagabile, e sempre più rara quando si gioca.

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