Le casualità straordinarie

Pubblicatoil Feb 17, 2010

C’è chi dice che il destino pensa per noi, c’è chi prega a’ maronn, c’è chi organizza e pianifica in ogni minimo dettaglio la propria vita, anche situazioni a distanza di mesi nel tempo e con precisione certosina (e avendo a che fare con il Giappone in più di una sfaccettatura, l’ho sperimentato direttamente in prima persona), c’è chi vive alla giornata per forzatura o per reale convinzione.

Nella mia storia personale ho provato bene o male ad impersonare tutti questi momenti e a fase alterna, complice la situazione lavorativa, quella amorosa, quella puramente personale, ma sono rimasto pienamente soddisfatto solo quando ad intervenire è stata la casualità, quello che non mi aspettavo minimamente o che addirittura credevo impossibile, che nel bene o nel male mi ha esaltato e fatto abbracciare la vita con piena forza e non in maniera passiva.

Chi poteva pensare che mi sarei trasferito da un giorno all’altro e con forza, che avrei avuto la fortuna di girare così tanto per il mondo e abbracciare un lavoro che da piccolo vedevo con piacere ma che ritenevo non nelle mie corde anche per gli studi intrapresi, chi poteva pensare che le convinzioni su me stesso e le esperienze sarebbero state messe a dura prova e in discussione da situazioni incredibili o impensabili…

Ricordo sempre con estremo piacere tutte quelle casualità straordinarie che mi sono successe, con la speranza e convinzione che ne accadranno sempre di nuove, soprattutto quando investono un po’ di tutto, magari una relazione tra due culture profondamente differenti, dove hai a possibilità di viverle entrambe e scornarti per farle collimare, ma dopo le quali, comunque vada, ne esci arricchito.

Un esempio leggero e generalista per esemplificare il concetto: diversi anni fa, ai miei albori come giornalista videoludico, avevo conosciuto tramite il nostro forum un ragazzo di Roma che stava studiando il Giapponese e che è stato tra i primi a farmi accendere la lampadina verso questa cultura. Ci siamo poi conosciuti all’Expocartoon di Roma e mantenuti in contatto per un po’, le classiche chiacchierate estemporanee ogni tanto e roba così. Da molti anni avevo perso qualsiasi tipo di contatto, quando qualche mese fa mi trovavo in uno dei tanti (tra centinaia in una metropoli con 12 milioni di abitanti) club di Tokyo in dolce compagnia, e intravedo tra le persone un ragazzo dai capelli rossi, ed era proprio lui :D

Aldilà di questo accadimento che in partenza aveva una probabilità prossima allo zero, questo genere di cose mi esaltano non poco, e in questa fase della mia vita le vivo un po’ per tutto, dando spazio all’istinto e alla esaltazione di cui sopra, che qualcuno può tradurre banalmente nei classici alti e bassi e nella mancanza di sicurezza.

Probabilmente arriverà un momento dove la progettazione a lungo termine sarà l’unica opzione disponibile per evitare di trasformare la casualità straordinaria in una frana a causa della mancanza di fondamenta, però se sono innamorato della vita è anche perché non mi piace essere inquadrato in qualcosa, ma stupirmi dinnanzi a quel qualcosa stesso…rifuggire dalle banalità e dalle routine scontate, ma non per questo evitare di affrontare i problemi che giornalmente possono esserci, mai confondere le due cose :)