Gli errori comuni dei PR con i giornalisti

Pubblicatoil Ago 25, 2015

26-03-2011-10-54-45

Il rapporto deontologico tra PR e blogger/giornalisti nel mondo dei videogiochi (tecnologia, altro) è piuttosto chiaro, i primi devono far si che il gioco per il quale lavorano abbia la massima esposizione possibile, che venga “capito” da chi lo recensisce e che vengano messe in risalto le sue qualità, anche se sono poche. Il giornalista deve valutare il titolo senza alcuna influenza e pressione, conscio che il giudizio è comunque soggettivo anche se basato su un’esperienza di tanti anni.
Il giornalista non ha alcun problema a dare visibilità o scrivere più volte di un videogioco se appunto il dialogo col PR si ferma a questo argomento. A quest’ultimo richiede massimo supporto in termini di materiale, tempi di lavorazione e qualsiasi esigenza per lavorare al meglio.

Non sempre queste cose accadono, però, e complice una conferenza alla quale ho assistito durante la GDC di San Francisco, ho deciso di scrivere quali sono gli errori più comuni che fanno i PR durante il proprio lavoro:

1) Sbagliare il nome del giornalista quando inviano una mail: “Ciao Giuseppe, ho pensato proprio a te per questa cosa” – Giuseppe??!? #EpicFail
2) Proporti esclusive senza senso: “Ciao, abbiamo la possibilità di darti in esclusiva UNO screenshot del gioco X” – Uno screenshot esclusivo, wow, dopo un minuto ce l’hanno tutti.
3) Proporti esclusive senza senso, parte seconda: “Ciao, possiamo darti la possibilità di regalare ai tuoi utenti la pozione X per l’MMORPG X, se ci dai due giorni di visibilità massima nella tua Home Page” – Wow, una cosa che non frega a nessuno in cambio di una visibilità che non diamo nemmeno quando recensiamo titoli come GTA V o The Last of Us.
4) Chiamarti dopo poche ore che hai ricevuto il gioco (e ancora, ancora…) da recensire per sapere se ti piace: Chi ‘azzo sono, Mandrake?
5) Chiamarti cento volte al telefono per ogni più piccola richiesta o rottura e poi rendersi irreperibili quando invece li chiami tu: non ti lamentare se poi comincio a mandarti messaggi minatori e tanti bei improperi, bisogna essere sempre disponibili negli orari di lavoro!
6) Inviarti materiale del gioco alla vecchia maniera: “Ciao! Ti ho appena inviato quattro nuove immagini clamorose che mostrano i menù del gioco X, ognuna pesa 150 MB” – 150 Megabyte??!? E dove devo metterle, stampate sulla facciata del Colosseo?
7) Inviarti materiale del gioco alla vecchia maniera, parte seconda: “Ciao, ti ho appena mandato tramite posta il CD con le nuove immagini e video del gioco X / Ciao, ho appena caricato i materiali del gioco X sul nostro FTP dove puoi scaricarli a ben 5 KB al secondo, pesano qualche gigabyte” – A questo punto non è meglio utilizzare il piccione viaggiatore o le chiavette USB 1.0? Esistono servizi nettamente più comodi e veloci come Dropbox e compagnia.
8) Credere che tu abbia doni soprannaturali: “Ciao, eccoti il filmato in esclusiva, ora sono le 17.55 e l’embargo è alle 18, mi raccomando fai presto che poi lo avranno anche gli altri” – E chi sono, Maradona che riesco a scaricarlo, convertirlo e pubblicarlo in cinque minuti?
9) Materiale esclusivo per l’Italia: “Ciao, eccoti questo video esclusivo, l’hanno già pubblicato nel resto del mondo, ma in Italia sareste i primi” Certo, perché un lettore quando scrive Gamespot.com o Eurogamer.net gli appare un blocco regionale, giusto.
10) Mentire o inventarsi supercazzole in caso di domande o esclusive “scomode”: questa forse è la peggiore, io sono per la trasparenza assoluta anche quando un’esclusiva viene data ad un concorrente o una cosa non è possibile, se mi viene risposto con una bugia, l’essere vaghi oppure inventarsi una cazzata di sana pianta, il 99% delle volte me ne accorgo, e il risultato è solo infastidimento e perdita di fiducia lavorativa.
11) Contestare (che è diverso da chiedere spiegazioni) il voto dato ad un gioco senza magari nemmeno averlo provato in prima persona: fratè (o sorè), il tuo compito è far parlare del tuo prodotto il più possibile e mettermi in condizione di lavorarlo alla perfezione, il mio è di giudicarlo nella maniera più giusta possibile e non farmi trasportare da antipatie o pressioni.
12) La pigrizia e la collaborazione passiva che non trasmette le proprie richieste ai piani alti, atteggiamenti che portano ad inviare codici a ridosso dell’embargo, il giorno prima del lancio, con richieste assurde a corredo. La vena mi esplode in questi casi!

Sperando che nessuno se la prenda a male (ma potrei rispondere che ha la coda di paglia :D) invito nuovamente a scrivere la versione opposta da parte dei PR, come già fatto una volta in maniera anonima. Pubblicherò con piacere!

Se Facebook ti provoca l’orticaria, scrivimi su Twitter: @Tanzen.