Di Gomorra, Napoli Bianca e Nera ed esperienze personali

Pubblicatoil Mag 30, 2008

Nelle lunghe e piacevoli (ebbene sì) ore del viaggio in treno verso Udine, mi sono fermato con la mente sulla situazione attuale (e generale) della mia città, a partire proprio da Gomorra, uscito di recente anche sottoforma di film del bravo Garrone.

Vista dal VomeroMozzafiato...Il Vesuvio

Ma volevo partire innanzitutto dal libro, scritto da Roberto Saviano e che credo in molti abbiano letto, anche ben distanti da Napoli e dintorni.
Il rischio di chi non ha mai visitato Napoli e la Campania è quello di avere una visione univoca di queste splendide terre, martoriate da eccessi in ambo i lati secondo una scala ipotetica di Bene e Male, che sembrano convivere qui senza misure intermedie.

Il libro è sicuramente molto romanzato e calca la mano su determinati aspetti, ma non mi ha dato fastidio nel leggerlo, anche perché traspare tra le righe una profonda denuncia, amarezza e al contempo amore verso la propria città, senza pararsi dietro la pantomima che tutto va bene e non ci sono forti problematiche di fondo.

Anche il mio rapporto con la città è molto articolato e paradossalmente più razionale da quando mi sono trasferito a Terni per lavoro. Ho sempre ritenuto Napoli una città straordinaria dal punto di vista estetico, con degli scorci veramente mozzafiato, e che ho fatto fatica a trovare altrove, pur avendo viaggiato un bel po’ ed essere sempre stato ricettivo alle bellezze di altre città o paesi.
Ne sono convinto perché dopo 27 anni oramai dovrei esserci abituato, e invece ogni volta che passo per determinati posti mi viene una fitta al cuore, come quando al Gamecon, fiera che abbiamo fatto qui a Dicembre e dove mi sentivo quasi un ospite, la sera rimanevo a guardare attraverso il balcone della camera di albergo la splendida visuale, prima di addormentarmi…

Detto questo, e anche sull’altare del mio amore viscerale per questa città, non mi nascondo certo dietro ad un dito e sono conscio del fatto che ci son tante cose, in una parte delle persone che vive qui, che andrebbero letteralmente spazzate via, che rendono talvolta Napoli un vero schifo, che offuscano tutto quanto altro c’è di buono, e vi assicuro che è davvero tanto, da trovarsi innanzitutto in persone socievoli, divertenti, altruiste, che trasmettono un qualcosa di magico che poi si intuisce quando vedi la passione che ci mettono anche per cose “frivole” come lo sport o la musica, e che tra le altre rendono Napoli famosa in tutto il mondo.

E il dialetto, che io reputo fantastico e alla stregua di una seconda lingua, che in ambito comico non ha uguali se si riesce a comprendere, l’essere svegli, quell’arte di arrangiarsi e duttilità mentale, che se usate con parsimonia e senza prevaricare i confini della legalità, rappresentano qualcosa per la quale bisogna esserne soltanto fieri.

Badate bene, anche io ho vissuto, in parte, un’infanzia tipicamente tribolata e in un quartiere popolare salito ultimamente alla ribalta negativa (Pianura), a cominciare da una scuola elementare frequentata anche da ragazzi sbandati che si picchiavano e picchiavano con catene e altro nel dopo scuola, per passare a diversi furti di motorino, uno dei quali con un bel cazzotto in faccia. Ho sperimentato, non direttamente, il cosiddetto “cavallo di ritorno”, ovvero la pratica da parte dei mariuol (ladri) di rubare solitamente un mezzo di locomozione, e mandare una sorta di emissario con una richiesta di soldi per riaverli indietro, manco fossero di lora proprietà.

Vi ho convissuto, ho imparato a capire come vivere determinate cose, come magari evitarle, e come concentrarmi su quelle positive che ci sono solo qui.

Ci sarebbe da fare anche un discorso del tutto politico, di istituzioni incapaci di affrontare la situazione e che anzi hanno contribuito in maniera decisiva a peggiorarla, cosa che mi fa una rabbia incredibile, ma purtroppo, nel mio estremo piccolo, posso fare ben poco, se non sperare che nell’estrema casualità di cariche politiche e persone incompetenti che si alternano ai vari posti di comando, ne spunti qualcuna in grado realmente di mettere le basi per una ripresa costante e continua.

Ma mi preme continuare a parlare del mio punto di vista, e in tal senso ho vissuto una delle esperienze più particolari della mia vita quando per un periodo, soprattutto nel 2005, ho tenuto diversi corsi di informatica per la regione, indirizzati a disoccupati cronici ed ex carcerati. E’ stato intenso e toccante condividere un’esperienza del genere, apprendere dai loro racconti un certo stato di disagio, quanto di brutto avevano fatto, tra spacciatori e rapinatori soprattutto, ma anche la voglia, almeno per la maggior parte di loro, di riscatto, di essere consci dell’attuale situazione e di essere costretti ad agire per vie non ortodosse per tirare a campare, mantenere la propria famiglia, ma di essere al contempo ricettivi non appena avrebbero avuto la possibilità di avere un lavoro “legale”, anche se magari meno renumerato in assoluto.

Ovvio che c’erano anche casi estremi di gente che addirittura al corso portava soldi “sporchi”, che sarebbero serviti per alcuni scambii, ma onestamente non mi sono mai sentito in pericolo e si è anche riusciti, un minimo, ad apprendere le basi di informatica oltre alla varie condivisioni di esperienze, che hanno portato anche ad un paio di cene extra lavoro.

Cosa vorrei per la mia città? Che le cose belle disintegrassero quelle brutte o che almeno prendessero chiaramente il sopravvento, reale e mediatico (quanta merda dovrei sparare su questa categoria…nonostante in un certo senso ne faccia parte), invertendo un trend che purtroppo in questo periodo sembra essere opposto.

Alla luce di tutto questo, se permettete, mi arrogo solo io (in senso lato) il diritto di criticare, esaltare o rammaricarsi per la mia città; di fare populismo e luoghi comuni, verso cose che non ho vissuto in prima persona, non mi sono mai permesso.

Buon weekend lungo a tutti, ci sono degli scambi culturali in questi giorni da mettere in atto in alta Italia e Croazia :)