Come ho scritto la recensione di The Last Guardian

Pubblicatoil Dic 5, 2016

Sembra incredibile ma ce l’abbiamo fatta, The Last Guardian è in dirittura d’arrivo e finalmente ne ho potuto scrivere la recensione per Multiplayer.it. Sono passati sette anni dall’annuncio originale e ancora di più dall’inizio dello sviluppo su PlayStation 3, che gioco forza ha portato in “dono” qualche strascico soprattutto dal punto di vista tecnico. Rimane un gioco coraggioso nell’andare per la sua strada nonostante tutti i dettami videoludici odierni, e riesce a regalare rare emozioni nonostante non mi abbia coinvolto completamente e presenti più di qualche problema. È stato al 100% emozionante, però, giocarlo finalmente in forma definitiva, dopo tanti anni e aver amato così tanto Ico e Shadow of the Colossus.
Anche allo scopo di evitare al massimo gli spoiler per un titolo che fa grande leva sulla storia, ho scritto “solo” 14.000 caratteri, ben al di sotto dei miei standard. Il gioco è arrivato in redazione mercoledì, l’ho portato a conclusione venerdì notte inoltrata dopo sei sessioni distinte di gioco e 12 ore e 8 minuti complessivi, cronometrati come da foto allegata: sì, lo so, sono al limite della follia.
Ho cominciato a scrivere la recensione domenica per correggere la bozza di lunedì, sabato invece ho scaricato l’applicazione della colonna sonora (presente nella Collector’s) per ascoltare un paio di volte ciascun brano, ripercorrendo mentalmente l’avventura che avevo vissuto. Fino a maturare l’8.6 in calce all’articolo: poteva essere un capolavoro e travolgermi come Shadow of the Colossus, poteva essere un flop assurdo causa sviluppo travagliato; a mio parere è un bel gioco che non spicca completamente il volo.

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Passando alle questioni tecniche, per prendere appunti mi sono servito di Note su iPad, che oramai utilizzo costantemente per tutta la fase di brainstorming, appunti, liste di cose da fare o ricordare, grazie anche alla sincronizzazione con OS X e iOS su iPhone.
Per scrivere il pezzo ho impiegato il linguaggio di markup denominato Markdown, che permette di inserire grassetti, liste, paragrafi e altro con semplici scorciatoie di tastiera; alla fine del processo è possibile esportare tutto in html e inserire il codice ad esempio nel motore articoli di Multiplayer.it. Il programma di cui mi servo attualmente è Ulysses per Mac, mi permette di scrivere senza distrazioni e modificare a piacimento carattere, sfondo, interlinea e perfino il colore del cursore, eventualmente utilizzando una struttura a cartelle per mettere insieme tutti i documenti. Ha una buona gestione della sintassi e anche dei link da inserire nel testo; tra le altre cose per gestire una clipboard multipla, ovvero per salvare in memoria più cose rispetto al singolo copia/incolla, utilizzo Alfred su Mac, col Powerpack a pagamento attivato.

Nell’articolo segnalata in testa al post è presente anche la videorecensione, a seguire invece la solita carrellata di immagini che ho scattato: adesso si pone un bel problema quando provo i titoli in HDR, perché gli screenshot salvati sono peggiori e soprattutto differenti rispetto a quanto si vede a schermo.

Se i commenti classici non ti piacciono, scrivimi su Twitter: @Tanzen.

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